Gesù Cristo disse: «…Ampia è la strada che
porta alla distruzione e... stretta è la via che
conduce alla vita, e solo pochi la trovano»
(Matteo 7:13-14). Con queste parole Gesù afferma
chiaramente che l’essere umano non possiede
ancora una vita o anima immortale, ma deve percorre
una certa via per poter trovare l’immortalità.
Una via che solo pochi sono disposti a percorrere.
La maggiorparte delle popolazioni preferisce camminare
nella strada larga, vivendo cioè uno stile di
vita basato sulla superstizione, sull’indifferenza,
sull’egoismo o sulla trasgressione; una strada larga
che conduce alla morte, l’opposto della vita eterna.
Gesù altresì disse: «Io sono la via, la verità, la
vita» (Giovanni 14:6). Questa è un’altra affermazione
di Gesù, che non dà spazio a coloro che credono
erroneamente di poter ereditare la vita eterna
attraverso altri personaggi o attraverso insegnamenti
diversi da quelli dati da Dio nella Sacra
Bibbia. Gesù Cristo è la «porta stretta», l’unica,
attraverso la quale l’umanità potrà arrivare a Dio e
alla vita eterna. Nel libro degli Atti degli Apostoli
è rivelato che «[Gesù Cristo] è la pietra angolare
(cap.4, vv. 11-12).
Contraddicendo questo chiaro insegnamento,
l’umanità è stata istruita fin dalla sua tenera infanzia
a credere che tutti i morti, buoni o cattivi,
hanno già la vita eterna, in qualche parte paradisiaca
o infernale del Creato. L’accettazione di questa
idea, tanto confortante quanto illusoria, ha prodotto
il dubbio universale che in fondo l’umanità può
fare a meno di un «Salvatore» di nome Gesù
Cristo. Infatti, se la coscienza d’ogni uomo è già
immortale, alcune religioni fanno concludere che i
peccatori non hanno bisogno di essere salvati dalla
morte, «perché continuano a vivere in cielo, anche
se lontani da Dio». Questo falso insegnamento, in
Occidente soffocato dal materialismo, produce
fanatismi come i Kamikaze.
In assenza di prove concrete della presunta
continuazione della vita dopo la morte, il mondo in
genere spera di carpire i segreti della genetica
umana e trovare le chiavi dell’immortalità per
mezzo delle sue scienze fisiche, anziché seguire
l’unico stile di vita che conduce realmente alla vita
eterna: la risurrezione da morte per intervento divino!
Il problema è che l’uomo ricerca l’immortalità
senza riguardi al proprio modo di vivere. L’uomo
si concentra a curare gli effetti negativi del suo
stile di vita, senza cercare di eliminarne le cause.
Anzi, spesso le promuove.
Inoltre, a creare ulteriore confusione ed illusione
sul tema della vita eterna è la filosofia secondo
la quale l’uomo può camminare la via di Dio solo
a livello mentale e che deve rassegnarsi a camminare
la strada larga, indulgendo fisicamente nel
peccato. Secondo questa filosofia, Dio ha dato
all’uomo dei comandamenti impossibili da rispettare
nella vita di tutti i giorni; perciò l’uomo sarebbe
già salvato solo per la sua fede in Cristo.
Secondo questo assurdo insegnamento, «noi
non possiamo né siamo tenuti a fare nulla per essere
salvati, perché Gesù Cristo ha già fatto tutto al
posto nostro. Occorre solo limitarsi a credere in
Gesù Cristo come nostro Salvatore personale...»
Se questo insegnamento fosse una verità divina,
non ci sarebbe nulla da ridere. Il problema è che
questo insegnamento è errato ed ha portato milioni
di presunti credenti a trasgredire, o ad abolire
impavidamente, uno o più comandamenti di Dio,
volgendo così la grazia di Dio in licenza di peccare!
Ma che cosa significa credere in Gesù Cristo?
Limitarsi a conoscere e lodare il Suo nome oppure
sopra ogni cosa accettare e sforzarsi di osservare
tutti i Suoi comandamenti?
L’insegnamento di Gesù è chiaro:
«Non chiunque mi
prega, chiamandomi
Signor! Signore !,
entrerà nel regno
dei cieli [o nella
vita eterna], ma
solo chi f a l a
volontà del
Padre mio che è
nei cieli» (Matteo
7:21).
« L’uomo non
vivrà di solo pane, ma di
ogni parola che esce dalla
bocca di Dio» (Matteo 4:4).
Gesù dice chiaramente che
i Suoi veri discepoli non si
limitano ad una fede inoperosa
o morta, ma fanno la volontà di
Dio Padre! Per entrare nella
«vita eterna» dobbiamo f a re
«la volontà di Dio», ovvero ciò
che Dio ci comanda!
Tutti hanno sempre desiderato
di poter vivere per sempre
in un regno perfetto dove esistono benessere e felicità
universali. I governi umani, sia religiosi sia
atei, si prefiggono tale scopo, ma si sono fatti ciascuno
una loro concezione di come realizzare quel
regno perfetto; perciò esistono diverse ideologie
politiche e religiose contrastanti e in lotta fra loro.
Tutte conducenti al peccato e quindi alla morte
(Romani 6:23). Il peccato non è definibile dall’uomo,
ma da Dio. E’ scritto che «il peccato è la violazione
della legge [volontà] di Dio» (I Giovanni
3:4). Questo mondo pratica religioni, politiche,
spiritualità e filosofie di vita che resistono o si
oppongono alla volontà di Dio; perciò in esso
regnano sofferenze e morte.