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2 novembre 2009 1 02 /11 /novembre /2009 15:06
Perciò è giusto accogliere gli omosessuali, gli adulteri, i fornicatori e ogni altro peccatore, ma per annunciare loro il Vangelo della salvezza, per invitarli a ravvedersi dai loro vergognosi peccati e convertirsi a Gesù Cristo. Non dobbiamo giustificare le relazioni illecite e peccaminose, dobbiamo esortare il peccatore a ravvedersi, rinunciare al peccato e accettare nel cuore Gesù Cristo. Il sangue di Gesù purifica da ogni peccato, il Signore salva il peccatore, trasforma la mente e il cuore; solo così è possibile entrare nel regno dei cieli e ricevere la vita eterna. Dice il Signore: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Giovanni, 3:3).

La parola di Dio si esprime chiaramente: "Guai chi chiama bene il male" (Isaia, 5:20). Il fatto che la convivenza fuori dal matrimonio e i rapporti omosessuali non vengano considerati una trasgressione non vuol dire che non siano più peccato neanche davanti a Dio. Siate certi e convinti che queste sono cose ingiuste. Il cristiano non deve conformarsi ai valori di questo mondo. Dobbiamo indossare "l’abito delle nozze" (Matteo, 22:11-14), cioè vivere nella purezza, come la sposa di Cristo che vive in vista del ritorno dello sposo.

Il matrimonio tra l’uomo e la donna è un’istituzione divina, il riflesso dell’amore celeste, espressione del rapporto tra Gesù Cristo e la Chiesa. Nessuno violi i valori spirituali che contiene! La Parola di Dio è incontestabile, i fornicatori, gli adulteri e gli effeminati, se non si ravvedono, non erediteranno il regno di Dio. È scritto: "Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi..." (1 Corinzi, 6:9-11).

Noi tutti vivevamo un tempo immersi nel peccato. Abbiamo commesso molti peccati di cui ora ci vergogniamo e a causa dei quali non avremmo mai ereditato il regno di Dio. Chi di noi è senza peccato? Infatti, "Non c'è nessun giusto, neppure uno...: tutti hanno peccato" (Romani, 3:10,23). Ma ci siamo ravveduti e convertiti a Gesù Cristo. Da quando abbiamo accettato Gesù Cristo nel nostro cuore, la fornicazione e l’impurità tra di noi non deve più essere neppure nominata (Efesini, 5:3).

Adesso che apparteniamo a Cristo, sapendo che "è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli", dobbiamo prendere in seria considerazione l’ammonimento: "Non siate dunque loro compagni, fratelli miei, perché in passato eravate tenebre ma ora siete luce. Comportatevi come figli di luce..., esaminando cosa sia gradito al Signore. Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, piuttosto denunciatele" (Efesini, 5:6-11).

Concludo con le parole della Prima lettera ai Corinzi, 5:9-13: "Vi ho scritto di non mischiarvi con i fornicatori, non del tutto però, con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire da questo mondo." Dio non vi dice di non frequentare i fornicatori e i gay. Anzi, per annunciare loro il Vangelo di Cristo, affinché si ravvedano e si convertano, è necessario che li avviciniate. "Ma quello che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi chiamandosi fratello sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro. Con quelli non dovete neppure mangiare. Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate però voi quelli di dentro? Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio in mezzo a voi stessi". Abbiamo il dovere di giudicare la condotta di quelli che si chiamano fratelli. Nella Chiesa non deve essere tollerata nessuna specie di peccato, né di impurità, perché i credenti sono la luce del mondo.

La grazia del Signore Gesù Cristo sia con tutti voi.
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