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1 agosto 2010 7 01 /08 /agosto /2010 23:18

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Analisi del Libro dell'Apocalisse di Giovanni, l'ultimo libro della Bibbia

Capitoli del libro I rami teneri hanno le foglie
I PARTE
  1. Introduzione
  2. Premessa
  3. Quadro Storico
  4. Basi bibliche del libro
  5. Gesu’ ritorna
  6. Tempi difficili negli ultimi giorni
  7. L'estate è vicina
  8. Rapimento della Chies
  9. Il libro dell’Apocalisse
  10. Le 8 fasi del libro dell’Apocalisse
  11. Sequenza degli eventi in base all’Apocalisse
  12. La società dei tempi della fine breve indice
  13. Israele deve esistere come nazione
  14. Guerre
  15. Terremoti in vari luoghi e carestie
  16. Amore per il denaro
  17. Egoismo diffuso
  18. Gente vanagloriosa e superba
  19. Gente che bestemmia facilmente
  20. Figli disubbidienti ai genitori
  21. Gente ingrata, irreligiosa, mancatrice di fede
  22. Mancanza di affezione naturale, disordine negli affetti, gente calunniatrice, intemperanza, gente spietata, senza amore per il bene, tradimento diffuso.
  23. Si preferisce  credere alle favole piuttosto che alla verità
  24. Sistemi di pagamento unificati, controllo globale della finanza
  25. Il nuovo impero romano controllo della popolazione
  26. Scetticismo religioso
  27. Il giudizio universale

II PARTE

  1. Deut 4 27-35 dispersione e ricongiungimento
  2. Ezechiele capitolo 37 la valle di ossa secche
  3. Ezechiele cap. 38/39 l’attacco da nord alla nazione d’israele
  4. Daniele 7 i regni umani ed il dominio dell’Anticristo
  5. Daniele 8 i regni umani ed il dominio dell’Anticristo 1
  6. Daniele 9 i regni umani ed il dominio dell’Anticristo 2
  7. Daniele 11 i regni umani ed il dominio dell’Anticristo 3
  8. Daniele 12 i regni umani ed il dominio dell’Anticristo 4
  9. Michea 4 1-7 Il millennio
  10. Schema delle fasi dell’era cristiana
  11. Zaccaria capitolo 11 l’Anticristo
  12. Zaccaria capitolo 14 Harmaghedon
  13. Matteo 24 Gesu’ profetizza gli ultimi tempi
  14. Matteo 25 1-13 Gesù ammonisce riguardo al Suo ritorno.
  15. I Corinzi 15:20-28 – 51-52 Vittoria sulla morte
  16. I Tess 4 13-18 Rapiti sulle nuvole
  17. II Tess 2 1-11 Manifestazione dell’Anticristo e ritorno in gloria di Gesù
  18. II Tim 3 1-5 Gli ultimi giorni
  19. I Pietro 1 3-5 Pietro esulta per la grazia
  20. II Pietro 3 3-15 Schernitori riguardo al ritorno di Cristo
  21. I Giovanni 2:18-28 Gli Anticristi
  22. Apocalisse 12 La Grande Tribolazione
  23. Apocalisse 13 L’Anticristo ed il Falso Profeta - 666
  24. Apocalisse 17 Babilonia la prostituta
  25. Apocalisse 22 Nuovi cieli e nuova terra

I rami teneri hanno le foglie

Spesso si attribuisce al termine Apocalisse una catastrofe, è pur vero che il libro dell'Apocalisse descrive una serie di giudizi che consistono in catastrofi, corrispondenti sostanzialmente a tragedie che l'umanità dovrà subire, ma il termine significa "Rivelazione". 
E' la rivelazione di Gesù Cristo quale egli è, il Signore dei signori, il Re dei re, il quale si riappropria di ciò che gli appartiene: la terra.
Anche nel linguaggio comune si è sentito parlare del "settimo sigillo", questo perché nell'Apocalisse la prima serie di giudizi è dettata dall'apertura di sette sigilli.
In Israele ai tempi dell'Antico Testamento l'atto di proprietà veniva redatto, quindi arrotolato e sigillato, in caso di contestazione l'atto di proprietà veniva aperto.
Ecco, Cristo nell'Apocalisse apre i sigilli perché ha deciso di riprendere possesso della terra
.

Il libro dell'Apocalisse si compone di 22 capitoli, è la rivelazione di Gesù Cristo come Egli è, quale Re vittorioso contro la morte, il male ed il nemico di Dio e dell'umanità: Satana. 
E' stato scritto dall'Apostolo Giovanni circa nell' A.D. 95 quando si trovava in esilio sull'Isola di Patmos. 
Il libro dell'Apocalisse è il libro della Bibbia che completa le informazioni profetiche rispetto al piano di Dio. Descrive in modo molto dettagliato gli eventi futuri dell'umanità. Sostanzialmente l'ultimo libro della Bibbia, forse il più importante per quanto riguarda le profezie e la comprensione del piano di Dio, è diviso in cinque parti:

  1. Capitoli da 1 a 3. Lettera alle sette chiese dell'Asia, Dio usa Giovanni, l'autore del libro, per rivelare alla Chiesa le cose che dovranno avvenire. Questa parte ha un ruolo bivalente, il primo intende affermare il fatto che se non si è parte del corpo di Cristo, cioè della Chiesa, non si può capire il messaggio della rivelazione di Gesù Cristo. Il secondo è profetico riguardo alle fasi spirituali che attraverserà la Chiesa attraverso le epoche dalla nascita della Chiesa al ritorno di Cristo per rapire la Chiesa.
  2. Capitoli 4 e 5. L'affermazione dell'autorità divina di Cristo sulla terra.
  3. Capitoli da 6 a 19. Il periodo di sette anni della Tribolazione, descritta attraverso gli eventi ed i giudizi, periodo che inizia con l'apertura del primo sigillo, il cavallo bianco cavalcato dall'Anticristo, con l'arco senza le frecce, prende il potere senza fare la guerra, il cavallo bianco sembra significare che abbia usurpato il ruolo di Cristo. Il periodo termina con Gesù che viene cavalcando un cavallo bianco, seguito dai suoi eserciti, non ci sarà battaglia, viene posta fine alla Tribolazione.
  4. Capitolo 20. Il regno dei mille anni governato da Gesù Cristo, al termine dei quali ci sarà l'ultima ribellione dell'umanità, l'apertura dei libri ed il giudizio universale relativo a quelli che non hanno la salvezza di Cristo.
  5. Capitoli 21 e 22. La vita eterna con Dio con dei nuovi cieli e la nuova terra, il compimento finale del Piano di Dio. 
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1 agosto 2010 7 01 /08 /agosto /2010 23:17

- Cercate Gesù nella Bibbia perché nessun’altra persona, nessun’organisazione, nessuna comunità è la verità.

«Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita.» (Giovanni 14 v. 6)
«La verità ... è in Gesù.» (Efesini 4 v. 21)

- Scrutate la Bibbia, ma molto di più, lasciatevi scrutare da essa.

«Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, ... e penetrante...» (Ebrei 4 v. 12-13)

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1 agosto 2010 7 01 /08 /agosto /2010 23:16

Nel regno di Dio tutto è diverso, soprattutto regna l'amore, ossia l'altruismo, regna la pace, ossia la gioia, regna il governo diretto dallo spirito Santo, pronto per tutti ad aiutare, a soccorrere per qualunque problema, sia materiale che spirituale. 
Il Regno di Dio è aperto a tutti, anzi per meglio dire, a tutti coloro i quali aprono il loro cuore a Gesù la Parola fatta carne. 
Purtroppo, alcuni hanno cercato e cercano di arrivare nel Regno di Dio per altre vie, vie talune volte legittime,come ad esempio lo studio delle Sacre Scritture, cosa alquanto lodevole leggere e investigare, e proprio a questo riguardo il Nostro Signore Gesù disse: "Voi investigate le scritture perché pensate aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me" Gio.5:39; la prima parte di questo verso è molto chiara, impegnare il proprio tempo allo studio della Parola di Dio, non vuol dire che si potrà ottenere la vita eterna, poiché è scritto in Romani 6:23: "Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù Nostro Signore"; la vita eterna è un dono che il Nostro Signore da a quanti coloro i quali la meriteranno "Non in virtù d'opere affinché alcuno si glori" Efes.2:9 - alcuni hanno a cuore di dedicarsi alle cose di Dio e magari si impegnano, si sacrificano, pensando che per mezzo di tali opere si potrà ricevere in premio il Regno di Dio; e Paolo scrivendo a Tito dice così:"Egli ci ha salvati non per opere giuste, che noi avessimo fatto, ma secondo la Sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo" 3:5 . 
Quindi anche se siano giuste le nostre opere, non è per esse che siamo salvati, ma per il suo grande amore, per la sua misericordia, mediante questo lavacro della rigenerazione che avviene per mezzo della Parola di Dio, l'acqua che purifica e rigenera tutta la nostra vita, tutto il nostro essere, e il rinnovamento dello Spirito Santo, che una volta ricevuto nel cuore, se lo vogliamo, saremo veramente rinnovati. Attenzione alle opere fatte quindi con lo scopo di guadagnarsi la vita eterna! Sarebbe una momentanea illusione che però un giorno si trasformerebbe in una grande delusione. 
Opere si, se però fatte senza nessun tornaconto, senza aspettarsi nulla; ed allora vi dico che dal momento in cui le opere saranno fatte senza interesse, vuol dire che l'opera dello Spirito Santo sta crescendo veramente. 
Gesù disse a Nicodemo: "Se alcuno non è nato di nuovo non può vedere il Regno di Dio" Gio. 3:3 - per nascere di nuovo, bisogna prima morire, non la morte fisica ma quellaspiriuale 
Matteo 5:3 "Beati i poveri in ispirito perché è di essi il Regno dei cieli" - annichilimento dell'io, povertà di se stessi, per guadagnare Cristo e il Suo regno, tutto questo è tanto importante quanto la nostra stessa esistenza ecco perché Gesù dice in Matteo 6:33 "...Ma cercate prima il Regno Dio e la Sua giustizia..." . 
L'uomo spesse volte è più preoccupato di tutto quello che è visibile che dell'invisibile Regno di Dio, di cui fanno parte i figlioli di Dio, regno meraviglioso, dove la pace vera e profonda si sente fino alle profondità delle viscere, c'è tanta comunione con Dio, Egli parla e rivela, consiglia ed ammaestra, esorta e guida, conforta e pasce, senza mai stancarsi, dimostra a tutti coloro che hanno desiderio di vivere per sempre nel Suo Regno quanto è grande ed infinito il Suo Amore; persuasi costoro che, in questa terra gustano in ispirito il Regno di Dio, solo come un acconto, come una caparra che il Nostro Signore ci da; ma una volta fuori dal corpo avremo il restante promessoci. 
Ecco l'interesse di Gesù a suggerire di ricercare sempre di più Il Regno di Dio e la sua giustizia, e poi le altre cose saranno sopraggiunte, come dire, non vi distraete, pensate a Me e al Padre mio perché intanto "....Vado a prepararvi un bel posto, nelle casa del Padre mio vi sono molte dimore...." 
Per Gesù era molto importante parlare del regno di Dio infatti leggiamo : " E Gesù andava attorno per le città e per i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando l'evangelo del Regno..." Matteo 9:35 ed anche ai suoi discepoli disse (e dice): "Andate e predicate e dite: Il Regno dei Cieli è vicino..." 
Matteo 10:7 - 
Gesù ha cercato anche attraverso tante parabole di far capire quanto importante è il Regno di Dio e quanto si debba avere interesse per esso poiché altresì è scritto: "...Il Regno dei cieli è preso a forza ed i violenti se ne impadroniscono.." Matteo 11:12 . 
Molti faranno forza e violenza per entrare nel Regno di Dio, ma ci riusciranno? Spero proprio di sì, ma penso che, solamente se metteranno in pratica un grande consiglio di Gesù: "Se voi non mutate e non diventate come piccoli fanciulli non entrerete punto nel Regno dei Cieli" Matteo 18:3 
Ed anche l'Apostolo Paolo scrivendo ai Corinzi dice: "Or questo dico, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il Regno di Dio, ne la corruzione può ereditare l'incorruttibilità" 15.50 
Cara anima, caro fratello cara sorella, perché non ti studi veramente di piacere ogni giorno di più a Gesù ? 
Esiste un Regno glorioso riservato a tutti quelli che veramente amano e servono Iddio, vuoi tu arrivare in questo luogo, vuoi tu lasciare ogni cosa per arrivare al traguardo finale? 
A queste domande, sarai tu a dare una risposta al Nostro Signore Gesù Cristo e Salvatore, la chiamata è personale, oggi il Signore ha voluto comunicare con te, attraverso queste poche righe, però ha comunicato, e questo è importante! 

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1 agosto 2010 7 01 /08 /agosto /2010 23:16

EVA

ORDINE di  DIO 
(Genesi 2:16 - 17)

PAROLE di EVA
(Genesi 3:2-3)

PAROLE di SATANA
(Genesi 3:4-5)

1) Mangia pure di ogni albero del giardino

1) Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare 

1)"Come! Dio vi ha detto di non mangiare di nessun albero del giardino?"

2) ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare;

2) ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate

2) Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male.

3) nel giorno che ne mangerai,certamente morrai

3) altrimenti morirete".

No, non morirete affatto.

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1 agosto 2010 7 01 /08 /agosto /2010 16:25

Aggiungete alla fede vostra…

 

Tornando al testo della seconda lettera di Pietro, notiamo che l’apostolo pone un’enfasi particolare nell’affermare che c’è qualcosa da aggiungere alla nostra fede, che questo “qualcosa” sono le opere e si premura di precisare quali sono queste opere. Egli afferma infatti: “…aggiungete alla fede vostra…” (2P 1:5), dicendo anche: “…mettendoci da parte vostra ogni impegno…

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1 agosto 2010 7 01 /08 /agosto /2010 16:16



Quando nei primi decenni del 1800 alcune persone, particolarmente impegnate all’interno di denominazioni cristiane, ravvisarono la necessità di superare ogni barriera denominazionale attraverso un ritorno alla semplicità della Chiesa apostolica, furono guidate dallo Spirito a dar vita ad un movimento che, pur fra le alterne vicende provocate dai nostri limiti, prosegue ancora oggi la sua testimonianza in tutto il mondo.

 

Introduzione

 

I Fratelli (in inglese anche Christian Brethren) hanno ricevuto questo nome perché preferiscono essere conosciuti con una designazione abbastanza comprensiva, in grado di abbracciare tutti coloro che sono cristiani come loro. Fra di essi ci sono due principali raggruppamenti di solito descritti come “fratelli aperti” e “fratelli stretti”. Gli aggettivi “aperti” e “stretti” hanno lo scopo di denotare i loro rispettivi principi di comunione.

Questo articolo ha a che fare unicamente con coloro che sono definiti “fratelli aperti”; chi scrive infatti non ha autorità di parlare in merito ai suoi amici “stretti”.

Tuttavia può essere utile a questo proposito segnalare un punto. Agli inizi degli anni ‘60 nella stampa inglese è stata dato notevole spazio al fatto che diverse personalità note come Fratelli si sono ritirate da varie attività o associazioni professionali e dalle università. Queste persone appartengono a una parte dei Fratelli stretti, e questo loro modo di fare non è stato condiviso dagli altri Fratelli stretti e meno che mai dai Fratelli aperti. Non si è fatto sempre molta attenzione a questa distinzione, con la conseguenza che si è avuta una notevole confusione tra il pubblico.

I Fratelli aperti non hanno un'organizzazione centrale. Essi appartengono a un vasto numero di chiese locali o assemblee diffuse nel mondo di lingua inglese, negli Stati Uniti, nel continente europeo e in molte altre regioni del mondo.Ognuna delle loro chiese locali è indipendente in merito alla propria conduzione. Tuttavia tra di loro c'è una evidente aria di famiglia, così come è forte il senso di un legame spirituale che li unisce.

 

Origini

 

Il movimento dei Fratelli è nato intorno all'anno 1825, sebbene i Fratelli di solito insistano nel dire che le loro radici affondano nell'età apostolica, perché hanno lo scopo, per quanto è in loro potere, di mantenere l'ordine semplice e flessibile della Chiesa dei tempi neotestamentari.

PRESENTAZIONE

Frederick Fyvie Bruce (1910-1990) è indicato in Wikipedia come uno dei padri della moderna comprensione evangelica della Bibbia. Nato in Scozia, studiò all'Università di Aberdeen, poi a Cambridge e a Vienna. Il suo insegnamento universitario cominciò anche in Scozia e finì a Manchester dove fu Rylands Professor di Critica ed esegesi biblica. È stato autore di moltissimi libri, alcuni dei quali sono considerati dei veri e propri classici, come il libretto di apologetica edito tantissime volte a partire dagli anni '50, dal titolo "New Testament Documents: Are They Reliable?" ( in italiano "Possiamo fidarci del Nuovo Testamento?"). In tutto il suo peregrinare accademico Bruce cercò sempre la comunione con le Assemblee locali delle città in cui si trasferiva. La sua lealtà alle Assemblee dei Fratelli creava non poche perplessità nel mondo evangelico in generale e Bruce rispose con humor tipicamente scozzese a coloro che gli chiedevano il perché di questa sua lealtà ecclesiale in un gustoso capitolo di "In Retrospect", il volume dal quale abbiamo tratto l'articolo che pubblichiamo. Un suo collega anziano dell'assemblea di Machester, frequentata da Bruce di cui divenne appunto anziano anche lui, diceva di Bruce che una frase dell'articolo che pubblichiamo lo descriveva molto bene: "Le diverse chiese locali [dei Fratelli] sono guidate da responsabili chiamati anziani o sorveglianti, ma questi non hanno giurisdizione al di fuori della loro chiesa locale, e all'interno cercano di guidare con l'esempio piuttosto che con delle regole". 
Il testo che pubblichiamo è stato tradotto dal fratello Giancarlo Di Gaetano dell'assemblea di Chieti Scalo via Vasto. Anche se sintetico, è un articolo classico di presentazione dei "Fratelli", usato in tutto il mondo. 
È stato chiesto al fratello Peter O'Brien, di Sydney, che è stato allievo di Bruce, di ricordarlo brevemente (vedi "Appendice n. 1"). Il prof. P. O'Brien sarà uno dei relatori, insieme a Rinaldo Diprose e Paolo Moretti, del prossimo Convegno degli Anziani e dei Servitori che si svolgerà in Abruzzo alla fine del mese di ottobre. Terrà due relazioni sul tema: "La predicazione che fonda e crea la chiesa: la proclamazione del Vangelo".
 

Nella prima parte del diciannovesimo secolo le barriere che separavano le diverse denominazioni cristiane erano molto meno superabili o permeabili di quanto non lo siano oggi. I fondatori del movimento dei Fratelli formavano un gruppo di giovani (molti di loro legati al Trinity College di Dublino) che cercavano di trovare un modo con il quale potessero stare insieme per adorare ed avere comunione reciproca semplicemente come i cristiani, mettendo in secondo piano le barriere denominazioni. Non erano assolutamente consapevoli di star facendo nascere un movimento; meno che mai avevano l'idea di fondare una nuova denominazione, in quanto questo avrebbe rappresentato una contraddizione nei confronti dei motivi che li spingevano a ritrovarsi insieme.

Per qualche tempo alcuni di loro continuarono a essere membri delle loro chiese di appartenenza, nelle quali infatti alcuni erano anche dei ministri ordinati; ma in generale questo stato di cose non poté durare a lungo.

 

Uno dei primi leader fu un reverendo della Chiesa d'Irlanda di nomeJohn Nelson Darby (1800-1882), un uomo di insolite capacità intellettuali e con una grande personalità, che si poneva l'obiettivo di costruire una testimonianza universale visibile dell'unità della Chiesa di Cristo in un’epoca di frammentazione ecclesiastica. Le sue idee furono portate avanti dai Fratelli stretti piuttosto che dal gruppo degli aperti; quando nel 1848 venne fuori la divisione tra i due gruppi, il nome di Fratelli stretti fu attribuito a coloro che si schierarono con Darby.

 

A partire da Dublino il movimento si diffuse in Inghilterra. Qui la prima assemblea dei Fratelli nacque a Plymouth nel 1831; da qui nacque la designazione popolare di “Plymouth Brethren”. I due conduttori degli incontri che si tenevano a Plymout, Samuel Prideaux Tregelles (1813-1875) e in seconda battuta il suo parente Bnjamin Wills Newton (1807-1889) furono autori di una delle migliori edizioni critiche del Nuovo Testamento in greco prodotte in Inghilterra nel diciannovesimo secolo.

Un’altra importante assemblea dei Fratelli fu Bethesda Chapel aBristol, che aveva come conduttori lo scozzese studioso di ebraico Henry Crack (1805-1866) e George Müller (1805-898) che era di origini tedesche, quest'ultimo meglio conosciuto per l'orfanotrofio che fondò in quella città nel 1836 e che esiste ancora. (Anche T.J. Barnardo apparteneva ai Fratelli quando fondò a Londra nel 1870 il suo orfanotrofio altrettanto famoso).

 

 

Missione

 

Si è sostenuto che il cognato di George Müller, Anthony Norris Groves (1795-1853) debba essere considerato come il primo dei Fratelli “aperti”. Egli abbandonò la sua professione di dentista a ad Exeter per divenire missionario, prima a Bagdad e poi in India.

Fu un uomo che aveva un cuore molto aperto, che non mise mai in secondo piano mai il fatto che le cose che uniscono i cristiani sono incommensurabilmente più importanti delle cose che li dividono. “Vorrei piuttosto sopportare infinitamente i loro difetti”, diceva di alcune persone con le quali egli dissentiva seriamente, “che separarmi da ciò che hanno di buono”. Indipendentemente dal fatto se quegli aspetti che egli pensava fossero sbagliati lo erano davvero o meno, le sue parole esprimono l'atteggiamento che i Fratelli aperti riconoscono come il loro ideale.

Il movimento missionario dei Fratelli lanciato da Groves continua fino al presente in ogni continente e vi sono coinvolti più di un migliaio di missionari.

Alcuni sono stati pionieri in molti sensi.

Tra questi c'erano i due scozzesi Frederick Stanley Arnot (1858-1914) e Dan Crawford (1870-926) che esplorarono le aree sconosciute dell'Africa centrale; fu Arnot che per primo aprì alla conoscenza del mondo esterno, nel 1880, Katanga.

I missionari dei Fratelli si trovano principalmente nell'Africa centrale, in India e in America Latina; essi collaborano con altri corpi missionari e nell’ambito dei loro comitati. Il loro lavoro si svolge nell’ambito della “Christian Missions in many Lands” (CMML).

 

 

Dottrine

 

Per quanto riguarda le loro dottrine, i Fratelli aperti non hanno peculiarità. Essi si attengono alla fede cristiana storica, perché la trovano insegnata chiaramente nella Bibbia: Bibbia che per loro, 

NOTA REDAZIONALE

È opportuno ricordare, nel contesto di quest'articolo, che il movimento di risveglio, poi conosciuto come "dei Fratelli", si sviluppò in Italia, verso la fine della prima metà del 1800, in modo del tutto indipendente da quello inglese.L'incontro fra le due realtà, prodotte in modo del tutto distinto dall'azione rinnovatrice dello Spirito Santo, avvenne successivamente, a seguito dell'esilio in Inghilterra del conte Piero Guicciardini di Firenze. 

come per tutti figli della Riforma, è “l’unica infallibile regola nella fede e nella condotta”. Sono nel pieno senso della parola evangelici per quanto attiene la comprensione e la presentazione del cristianesimo, proclamando Gesù Cristo, il figlio di Dio, come il solo Salvatore di coloro che credono in lui e come l'unica speranza per l'umanità.

Per questa ragione molti di loro trovano facile cooperare nella testimonianza cristiana con altri che condividono queste enfasi evangeliche, e in molte iniziative interdenominazionali la loro influenza è molto più grande di quello che il loro numero possa far pensare.

Gli inizi del movimento dei Fratelli fu segnato da un appassionato interesse per il compimento delle profezie bibliche, e molti di loro sono ancora caratterizzati da questa coscienza escatologica.

La loro innologia dà un posto abbastanza preminente al secondo ritorno di Cristo. Ma non c'è una linea di interpretazione profetica che è mantenuta ufficialmente o è imposta. Di fatto uno degli aspetti che molti trovano attraenti nella loro modo di vivere la comunione è quello dellalibertà spirituale e intellettuale che fra di loro è goduta in un’atmosfera di amore fraterno.

 

 

Prassi

 

Ciò che li caratterizza è la pratica piuttosto che la dottrina. Tra i Fratelli aperti il battesimo è amministrato unicamente a persone che fanno una professione di fede personale in Cristo, siano essi adulti o bambini; e la modalità del battesimo è quella dell'immersione.

 

Osservano la Cena del Signore ogni domenica mattina (e a volte anche in altre occasioni), e sostengono che la Tavola del Signore è per tutti coloro che fanno parte del popolo del Signore. Questo è infatti l'aspetto più caratteristico del loro radunamento. Quando s’incontrano per essere in comunione, insieme con ogni cristiano che desidera essere con loro in un’occasione del genere, i loro radunamenti sono condotti senza nessun ministro che presiede e non seguono una liturgia prestabilita anche se i loro incontri sono segnati da una reverente spontaneità e dall'ordine. Diversi membri contribuiscono all’adorazione suggerendo inni da cantare, guidando la comunità nella preghiera nel ringraziamento, oppure leggendo e spiegando un brano della Bibbia.

I Fratelli non hanno ministri ordinati, incaricati di funzioni che altri non possono svolgere.

Un numero notevole dedica il proprio tempo pieno all'evangelizzazione all'insegnamento biblico, ma questi non sono considerati come un clero.

 

Le diverse chiese locali sono guidate da responsabili chiamati “anziani” o “sorveglianti”, ma questi non hanno giurisdizione al di fuori della loro chiesa locale, e all'interno cercano di guidare con l'esempio piuttosto che con delle regole.

 

 

Numeri

 

I Fratelli hanno sempre mostrato un’assoluta mancanza di interesse per la loro forza numerica. I loro numeri sono difficili da valutare, in parte perché non ci sono statistiche precise disponibili e in parte perché non c'è una linea netta di demarcazione tra le Assemblee dei Fratelli e altre chiese evangeliche indipendenti. Una stima comune della loro forza in Gran Bretagna e in Irlanda è quella di 100.000 (siamo negli anni ’60-’70), ma si tratta di una cifra approssimativa. Essi si trovano in tutti i gradi della società e in tutte le aree della vita.

 

F.F. Bruce (1910-1990)

Originariamente pubblicato in “The Witness”, 1961; la nostra traduzione è tratta da, F.F. Bruce, “In retrospect. Rememberanche of Things Past”, ed. postuma, Baker, Grand Rapids, 1993

 

 

 

APPENDICE n. 1

 

Il ricordo personale di un suo allievo

 

Il mio primo contatto con il professor Bruce fu tramite i suoi scritti, quando ero studente al Moore College di Sydney, all’inizio degli anni ’60. Dopo un periodo di quattro anni di insegnamento missionario in un college evangelico in India, fui accettato dal professor Brce come uno dei suoi studenti di dottorato (dall’ottobre del 1968 fino al giugno del 1971).

Dopo questa esperienza io e la mia famiglia tornammo in India per un altro servizio missionario.

Quando ero all’università di Manchester ho fatto parte per due anni e mezzo di un gruppo seminariale e seguii molti dei suoi corsi biblici, ed ebbi poi la sua supervisione nelle mie ricerche sulle preghiere di ringraziamento in Paolo.

L’amore di Bruce per il Signore e per le Scritture era evidente. Il suo scrupoloso insegnamento della Bibbia nella sua comunità locale dei Fratelli a Stockport, nella parte meridionale di Manchester, e a diversi gruppi interdenominazionali sia in Inghilterra e sia in giro per il mondo, innalzava la figura del Signore Gesù Cristo ed egli è stato usato da Dio per benedire le vite di molti. Il suo amore per Cristo era particolarmente visibile nelle sue relazioni con gli altri. Era affabile con tutti coloro che incontrava, donne e uomini di qualunque provenienza, studenti, membri dell’università, e devo dire che la sua gentilezza e la sua integrità hanno avuto un forte impatto sulla mia vita.

Nel corso degli anni mi sono sempre ricordato del suo comportamento e delle sue reazioni assolutamente cristiani nelle diverse, anche difficili, situazioni. Egli è stato un modello che ha incarnato le parole dell’apostolo Paolo: “Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo” (1Co 11:1).

Il professor Bruce era un uomo riservato, anche timido. Queste qualità ci apparvero come buttate fuori da una finestra allorquando, in una circostanza, era a pranzo in casa nostra. Io e mia moglie eravamo in cucina a preparare la seconda portata del pranzo che stavamo servendo. Bruce era nel soggiorno con i tre nostri figli che avevano 6, 4 e 2 anni. Quando uscimmo dalla cucina non lo trovammo più seduto a tavola ma sul pavimento circondato dai bambini che erano completamente rapiti dal canto per bambini, che mimava con i gesti: “Sono una piccola teiera piccina e resistente; questo è il manico e questo è il beccuccio pendente!”.

Per noi è stato un momento toccante che io non scorderò mai. I nostri figli non lo ricordano come un grande studioso ma come una simpatica persona anziana che mostrava loro sensibilità e amore in un modo che a loro era congeniale.

FFB, come era conosciuto, è stato uno straordinario modello di insegnante. La sua vasta conoscenza era stupefacente, come lo era la sua capacità di andare al cuore di un problema. Ma la sua cordialità e la sua cortesia nel rispondere a tutti i generi di domande ha lasciato su di noi una forte impressione.

Quando non sapeva qualcosa, non aveva timore di ammetterlo, ma si mostrava diligente nell’impegnarsi ad aiutare chi gli aveva fatto la domanda a trovare la risposta.

A distanza di quarant’anni dal periodo che abbiamo passato con lui, il ricordo del professor Bruce vive nei nostri cuori ancora oggi in una maniera personale e tangibile.

Sua figlia Sheila vive nelle Blue Mountains proprio fuori Sydney, e Alan, uno dei suoi nipoti, è il pastore della chiesa che frequentano mio genero Andrew e mia figlia Sarah, insieme ai loro figli (che ora servono tutti insieme il Signore a Firenze, in Italia), mentre i suoi pronipoti frequentano la stessa scuola dei nostri nipoti.

Gli scritti di F. F. Bruce sono stati una guida per generazioni di credenti del popolo di Dio intorno al pianeta, mentre gli effetti positivi della sua personale influenza sulle vite di coloro che hanno studiato la Parola di Dio ai suoi piedi non saranno conosciuti se non nell’ultimo giorno. In quel giorno, molti si leveranno e loderanno il Signore Dio Onnipotente e il suo Agnello per aver usato questo umile uomo di Dio per spingerli a una sua maggiore conoscenza.

 

Peter T. O’Brien

 

 

APPENDICE n. 2

 

Una testimonianza

 

Chiunque abbia studiato la Bibbia seriamente durante la seconda metà del ventesimo secolo avrà letto, ed apprezzato, qualcosa scritto da Frederick Fyvie Bruce.

 

Per sapere quale sia stato il raggio della sua influenza basta consultare i nomi delle persone e delle associazioni che appaiono nella “Tabula Gratulatoria” all'inizio del volume preparato per onorare questo studioso evangelico in occasione del suo settantesimo compleanno. Dai suoi primi scritti concernenti gli inizi del cristianesimo e il suo “The New Testament Documents: Are they reliable?”, fino ai commentari prodotti durante gli ultimi anni della sua vita, gli scritti del Prof. Bruce sono stati per me una fonte essenziale e, apparentemente inesauribile, di informazioni e di valida riflessione.

Essendo di madre lingua inglese, ho potuto trarre beneficio dai molteplici aspetti del suo contributo, apprezzando questo studioso evangelico nelle sue vesti di storico, commentatore della Bibbia, redattore di riviste, conferenziere, responsabile fra le assemblee dei Fratelli e animatore di imprese letterarie quali quelle dei Gruppi Biblici Universitari e della Christian Brethren Research Fellowship.

Ritengo particolarmente importante il suo commentario al libro degli Atti, la cui prima edizione apparve nel 1951. Dalla metà del secolo scorso, la ricostruzione critica riguardante l’origine del cristianesimo elaborata da Ferdinand Christian Baur di Tubinga, secondo cui gli Atti sarebbero da datare verso il 150 d.C., aveva dominato buona parte della riflessione e della letteratura dotta su questo libro.

Bruce, attingendo alla sua vasta conoscenza del primo secolo cristiano, alle ricerche archeologiche svolte da uomini come William Ramsay e ai relativi documenti, restituì gli Atti degli Apostoli  alla comunità accademica come un libro credibile. Per molti versi il commentario di I.H. Marshall pubblicato in Italia dai G.B.U. (1990), affonda le sue radici nell'opera di Bruce.

Ho apprezzato il Bruce studioso e commentatore del Nuovo Testamento per la sua obiettività. Questa qualità fa sì che egli non appaia mai prigioniero di una particolare posizione teologica quando discute del senso del testo. Dopo aver letto la sua esposizione, il lettore sente di conoscere meglio la Scrittura, non il pensiero di Bruce. 

Alcune delle mie impressioni più vivaci su Bruce risalgono al 1966 a motivo di una sua visita in Nuova Zelanda che coincideva con i miei primi studi in campo teologico.

Mi ricordo come, di fronte ad un folto numero di pastori, nei confronti dei quali si dimostrava molto rispettoso, Bruce rifletteva sul carattere laico della chiesa identificandosi garbatamente come parte di un collegio di anziani in una assemblea dei Fratelli di Manchester.

Un’altra volta, in risposta a una domanda inerente alla relativa importanza di questo o quell'altro dono spirituale, dichiarò con grande convinzione che il contributo di suo padre, un evangelista conosciuto soltanto in una certa zona della Scozia, all'avanzamento del Regno di Dio era senz'altro più importante del suo, in quanto senza l’apporto dell'evangelista chi possiede un dono di insegnamento non avrebbe nulla da fare.

Infine il suo equilibrio si manifestò quando, dopo una sua conferenza, qualcuno gli chiese consigli su come impostare un programma di insegnamento nella chiesa locale. Bruce rimase in silenzio per un attimo e poi disse che la prima cosa da fare è di assicurarsi che i credenti stiano mettendo in pratica quanto hanno già compreso della volontà di Dio.

Il Prof. Bruce era, per natura, una persona riservata, eppure il Signore ha voluto che fosse conosciuto da molti. Ciò è dipeso dal suo spirito di servizio e dalla sua integrità. Credo che in questo ci lasci un grande esempio da seguire.

 

Rinaldo Diprose

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1 agosto 2010 7 01 /08 /agosto /2010 15:59

 

Salmi 150

Lode suprema a Dio
(Sl 148; Ap 5:13-14) 2Cr 5:12-13
1 Alleluia.
Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nella distesa dove risplende la sua potenza.
2 Lodatelo per le sue gesta,
lodatelo secondo la sua somma grandezza.
3 Lodatelo con il suono della tromba,
lodatelo con il saltèrio e la cetra.
4 Lodatelo con il timpano e le danze,
lodatelo con gli strumenti a corda e con il flauto.
5 Lodatelo con cembali risonanti,
lodatelo con cembali squillanti.
6 Ogni creatura che respira,
lodi il SIGNORE.
Alleluia.

dove deve essere lodato il signore?

nel suo santuario ,luogo santo santissimo dove non c'è posto per i pedofili!

 

Dio disse A Mose come doveva lodare il padre.

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25 luglio 2010 7 25 /07 /luglio /2010 23:40

Gesù Cristo disse: «…Ampia è la strada che

porta alla distruzione e... stretta è la via che

conduce alla vita, e solo pochi la trovano»

(Matteo 7:13-14). Con queste parole Gesù afferma

chiaramente che l’essere umano non possiede

ancora una vita o anima immortale, ma deve percorre

una certa via per poter trovare l’immortalità.

Una via che solo pochi sono disposti a percorrere.

La maggiorparte delle popolazioni preferisce camminare

nella strada larga, vivendo cioè uno stile di

vita basato sulla superstizione, sull’indifferenza,

sull’egoismo o sulla trasgressione; una strada larga

che conduce alla morte, l’opposto della vita eterna.

Gesù altresì disse: «Io sono la via, la verità, la

vita» (Giovanni 14:6). Questa è un’altra affermazione

di Gesù, che non dà spazio a coloro che credono

erroneamente di poter ereditare la vita eterna

attraverso altri personaggi o attraverso insegnamenti

diversi da quelli dati da Dio nella Sacra

Bibbia. Gesù Cristo è la «porta stretta», l’unica,

attraverso la quale l’umanità potrà arrivare a Dio e

alla vita eterna. Nel libro degli Atti degli Apostoli

è rivelato che «[Gesù Cristo] è la pietra angolare

(cap.4, vv. 11-12).

Contraddicendo questo chiaro insegnamento,

l’umanità è stata istruita fin dalla sua tenera infanzia

a credere che tutti i morti, buoni o cattivi,

hanno già la vita eterna, in qualche parte paradisiaca

o infernale del Creato. L’accettazione di questa

idea, tanto confortante quanto illusoria, ha prodotto

il dubbio universale che in fondo l’umanità può

fare a meno di un «Salvatore» di nome Gesù

Cristo. Infatti, se la coscienza d’ogni uomo è già

immortale, alcune religioni fanno concludere che i

peccatori non hanno bisogno di essere salvati dalla

morte, «perché continuano a vivere in cielo, anche

se lontani da Dio». Questo falso insegnamento, in

Occidente soffocato dal materialismo, produce

fanatismi come i Kamikaze.

In assenza di prove concrete della presunta

continuazione della vita dopo la morte, il mondo in

genere spera di carpire i segreti della genetica

umana e trovare le chiavi dell’immortalità per

mezzo delle sue scienze fisiche, anziché seguire

l’unico stile di vita che conduce realmente alla vita

eterna: la risurrezione da morte per intervento divino!

Il problema è che l’uomo ricerca l’immortalità

senza riguardi al proprio modo di vivere. L’uomo

si concentra a curare gli effetti negativi del suo

stile di vita, senza cercare di eliminarne le cause.

Anzi, spesso le promuove.

Inoltre, a creare ulteriore confusione ed illusione

sul tema della vita eterna è la filosofia secondo

la quale l’uomo può camminare la via di Dio solo

a livello mentale e che deve rassegnarsi a camminare

la strada larga, indulgendo fisicamente nel

peccato. Secondo questa filosofia, Dio ha dato

all’uomo dei comandamenti impossibili da rispettare

nella vita di tutti i giorni; perciò l’uomo sarebbe

già salvato solo per la sua fede in Cristo.

Secondo questo assurdo insegnamento, «noi

non possiamo né siamo tenuti a fare nulla per essere

salvati, perché Gesù Cristo ha già fatto tutto al

posto nostro. Occorre solo limitarsi a credere in

Gesù Cristo come nostro Salvatore personale...»

Se questo insegnamento fosse una verità divina,

non ci sarebbe nulla da ridere. Il problema è che

questo insegnamento è errato ed ha portato milioni

di presunti credenti a trasgredire, o ad abolire

impavidamente, uno o più comandamenti di Dio,

volgendo così la grazia di Dio in licenza di peccare!

Ma che cosa significa credere in Gesù Cristo?

Limitarsi a conoscere e lodare il Suo nome oppure

sopra ogni cosa accettare e sforzarsi di osservare

tutti i Suoi comandamenti?

L’insegnamento di Gesù è chiaro:

«Non chiunque mi

prega, chiamandomi

Signor! Signore !,

entrerà nel regno

dei cieli [o nella

vita eterna], ma

solo chi f a l a

volontà del

Padre mio che è

nei cieli» (Matteo

7:21).

« L’uomo non

vivrà di solo pane, ma di

ogni parola che esce dalla

bocca di Dio» (Matteo 4:4).

Gesù dice chiaramente che

i Suoi veri discepoli non si

limitano ad una fede inoperosa

o morta, ma fanno la volontà di

Dio Padre! Per entrare nella

«vita eterna» dobbiamo f a re

«la volontà di Dio», ovvero ciò

che Dio ci comanda!

Tutti hanno sempre desiderato

di poter vivere per sempre

in un regno perfetto dove esistono benessere e felicità

universali. I governi umani, sia religiosi sia

atei, si prefiggono tale scopo, ma si sono fatti ciascuno

una loro concezione di come realizzare quel

regno perfetto; perciò esistono diverse ideologie

politiche e religiose contrastanti e in lotta fra loro.

Tutte conducenti al peccato e quindi alla morte

(Romani 6:23). Il peccato non è definibile dall’uomo,

ma da Dio. E’ scritto che «il peccato è la violazione

della legge [volontà] di Dio» (I Giovanni

3:4). Questo mondo pratica religioni, politiche,

spiritualità e filosofie di vita che resistono o si

oppongono alla volontà di Dio; perciò in esso

regnano sofferenze e morte.

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11 luglio 2010 7 11 /07 /luglio /2010 15:13

 

È uno dei dodici profeti minori, le cui profezie sono contenute nel breve libro biblico che porta il suo nome e che è anche l’unica fonte da cui si può ricostruire qualche notizia che lo riguarda. 
Gli studiosi, hanno supposto che l’epoca della sua esistenza sia l’inizio del V secolo a.C. perché nel suo libro non si fa menzione di notizie storiche certe, non parla delle grandi potenze dell’epoca come la Samaria, l’Assiria e Babilonia, quindi si pensa che fossero già tramontate. 
Egli cita come nemici d’Israele, l’Egitto e l’Idumea, ma in particolare i Fenici ed i Filistei che vengono accusati di vendere i figli di Giuda (ebrei) come schiavi ai Greci. 
Accenna alla dispersione del popolo ebraico fra le altre nazioni e la frammentazione del suo territorio; non nomina un re e le funzioni di guida, nei suoi scritti, sembrano affidate agli “anziani” ed ai sacerdoti. 
Nomina il Tempio, però mancano le offerte per i sacrifici¸ quindi tutto fa pensare ad un’epoca di grande povertà e ad un Israele, ridotto di numero di abitanti e di importanza; perciò gli studiosi hanno pensato all’epoca dell’occupazione persiana della Palestina, nel V secolo a.C. 
Si suppone che fosse di stirpe sacerdotale, perché parla spesso di offerte sacre, di offerte nel Tempio e di sacerdoti, ai quali si rivolge con una certa autorità; esercitò nel territorio di Giuda e più particolarmente a Gerusalemme, ai cui abitanti si rivolge nel libro.
Alla base della profezia di Gioele vi è sicuramente una calamità naturale verificatasi proprio in quei tempi; una enorme invasione di cavallette, come solo in Oriente se ne può vedere, aveva devastato i campi della Giudea, portando miseria e fame alla popolazione.
Il profeta interpretando questo flagello, come castigo inviato da Dio, ritiene che sia necessario invitare tutto il popolo a fare penitenza ed a chiedere il perdono dei propri peccati. Ma ciò non basta a placare l’ira di Dio e Gioele vede approssimarsi un altro flagello, più terribile del precedente, descritto come un immenso esercito di soldati nemici, più numeroso delle cavallette. 
È il “giorno del Signore” o il giorno della vendetta che si avvicina, il profeta incita di nuovo alla penitenza (2, 12-17) e finalmente l’ira di Dio si placa. Il flagello viene scongiurato, la terra ritorna fertile ed Israele riconosce in Iahweh il suo Dio; questo riconoscimento è come una conversione gradita a Dio, che ricambia con la promessa di favori straordinari, assicurando che quando verrà il nuovo “giorno dei Signore”, egli farà giustizia di tutti i nemici d’Israele radunati nella valle di Giosafat e riunito il suo popolo disperso, abiterà eternamente in mezzo a loro. 
La seconda parte del libro è una grandiosa descrizione del “giorno del Signore”, cioè del suo supremo intervento nella storia, accompagnato da una straordinaria ed universale effusione del suo Spirito; seguirà il Giudizio divino sulle genti e l’alba di un nuovo mondo. 
S. Pietro apostolo proclamò l’effusione dello Spirito, adempiuta nel giorno di Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo e con i prodigi che l’accompagnarono e la seguirono (Act. 2, 16-21). 
La liturgia della Chiesa utilizza buona parte del libro di Gioele nei responsori, lezioni, antifone del Breviario e nelle letture della Messa, specie durante i periodi di penitenza come l’Avvento, la Quaresima, le Ceneri. 
È ritenuto il profeta della Pentecoste. La Chiesa greca, l’onora il 19 ottobre, data a cui si è adeguata attualmente la Chiesa latina, uniformandone la celebrazione.

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11 luglio 2010 7 11 /07 /luglio /2010 15:12

Gioele Profeta d’Israele

 


Gerusalemme, V secolo a.C.

È uno dei dodici profeti minori, le cui profezie sono contenute nel breve libro anticotestamentario che porta il suo nome e che è anche l'unica fonte da cui si può ricostruire qualche notizia che lo riguarda. Secondo gli studiosi, l'epoca della sua esistenza sarebbe l'inizio del V secolo a.C. Tutti i dati storici rilevabili all'interno del suo scritto, infatti, porterebbero a pensare che la sua opera si collochi durante l'occupazione persiana della Palestina. Si suppone che fosse di stirpe sacerdotale, perché parla spesso di offerte sacre, di offerte nel Tempio e di sacerdoti, ai quali si rivolge con una certa autorità; esercitò a Gerusalemme, ai cui abitanti si rivolge nel libro. Alla base della profezia di Gioele vi è sicuramente una calamità naturale verificatasi proprio in quei tempi. Ma il profeta ne prevede una peggiore e invita alla alla penitenza. La seconda parte del libro è una descrizione del «giorno del Signore», cioè del suo supremo intervento nella storia, accompagnato da una straordinaria ed universale effusione del suo Spirito. Seguirà il Giudizio divino sulle genti e l'alba di un nuovo mondo. (Avvenire)

Martirologio Romano: Commemorazione di san Gioele, profeta, che annunciò il grande giorno del Signore e il mistero dell’effusione del suo Spirito su ogni uomo, che la maestà divina si degnò di compiere mirabilmente in Cristo nel giorno di Pentescoste. 

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